Premesso che un tempo quasi ogni chiesa aveva il suo Bambinello di provenienza francescana, oggi in Abruzzo si contano solo 4 statuette antiche e precisamente quella di Calascio, conservata nel Convento di Santa Maria delle Grazie, quella di Palena, venerata nella chiesa di Sant'Antonio, quello della Parrocchiale di Bisenti e, infine, il Santo Bambino di Lama dei Peligni. Quest'ultimo è, senza dubbio, il più celebre anche perché sulla storia del suo arrivo, come per il Bambinello dell'Araceli a Roma, sono fiorite leggende e memorie di fatti prodigiosi. Munito di sigillo e di bolla di autentica, redatta dai frati minori, il Santo Bambino di Lama fu donato ai suoi concittadini da fra' Pietro Silvestri da Lama nel 1759. Avvolto in seriche fasce ricamate d'oro e con il capo coperto da una preziosa cuffia, l'immagine che costituisce anche un valido documento di costume, è oggetto di culto non solo in paese, ma anche in tutto il territorio circostante. L'occasione più suggestiva resta la sera dell'Epifania, quando in una atmosfera di grande affettuosità, tra lo scampanio festoso che annuncia i vespri, tutti gli abitanti del paese e soprattutto i bambini, si recano in chiesa a baciare l'immagine del loro piccolo Protettore e a salutarlo a conclusione del ciclo natalizio. Ad accrescere la magia della ricorrenza concorrono anche le numerose compagnie di questua che girano il paese, bussando di casa in casa, al canto della Pasquetta, antica filastrocca beneaugurante che invita ad affrontare serenamente la vita e ad essere generosi con il prossimo.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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