Subito dopo le funzioni religiose in onore di San Sebastiano, di cui il 21 gennaio ricorre la data del martirio, in piazza San Tommaso, davanti la cattedrale, viene dato fuoco al Vaporetto. Si tratta di una costruzione di cartapesta colorata a forma di barca, fantasiosamente decorata e caricata di petardi e bengala. Mediante un marchingegno, appositamente predisposto, e la forza propulsiva del calore sprigionato dalla fiamma, la costruzione corre su un filo teso tra due case e, giunta al termine della corda, inverte la rotta e torna indietro, verso il punto di partenza, tra gli applausi festanti della folla che, dal modo in cui si è svolto il percorso, trae auspici per il futuro economico e sociale della comunità. Sembra che ad inventarla sia stato nel 1936 il maestro calzolaio Nicola Gentile, detto Socola, esperto di fuochi pirotecnici, luminarie e addobbi per le feste, che battezzò la sua trovata con il nome di Regia nave Socola. A gestire la festa di San Sebastiano è la corporazione degli artigiani, tra cui si distinguono, in special modo, i falegnami che, dopo la cerimonia del vaporetto, sogliono riunirsi e consumare in lunghe tavolate imbandite all'interno delle botteghe e dei laboratori lu puzzinette, un piatto tipico a base di stoccafisso cucinato con broccoli di rape e peperoni arrostiti. Il nome della pietanza deriva dal particolare recipiente di rame in cui è preparato, detto appunto polsonetto, ossia una casseruola munita di un lungo manico e di tre alti piedi di ferro che permettono di utilizzarla sulla brace del camino o sui fuochi delle fornacelle.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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