A destra di chi entra nella chiesa di Santa Maria c'è una cappella con altare in marmo sotto il quale, in un'urna dorata, si conservano e sono esposti alla venerazione dei fedeli, i resti mortali della vergine e martire Santa Irene. Nel 1802 il Papa Pio VII diede ordine di togliere i corpi dei martiri dalle catacombe di Santa Priscilla, sulla via Salaria Nuova in Roma. Tra questi ci fu quello di Santa Irene che il 4 ottobre 1834, con Lettere Credenziali del Cardinale Dom Placido Zurla Vicario Generale di Sua Santità, fu donato a Padre Enrico da Catignano, cappuccino, con facoltà di esporlo alla pubblica venerazione. La consegna fu fatta a Don Raffaele Bergonzoli. Soltanto nel 1847 il sacro corpo della Santa fu trasportato al convento di Catignano per opera di un altro cappuccino, il padre Giuseppe da Catignano, Ministro Provinciale. Il traslato fu fatto per ferrovia fino a Cittaducale e di qui a Catignao a spalle dei devoti. Non si conoscono i dati precisi sui natali e sull'epoca della morte della Santa. Presumibilmente subì il martirio negli anni dal III al IV sec. d.C., infatti il cimitero di Priscilla accolse le salme di numerosi martiri durante le persecuzioni del III sec. e dei primi anni del IV scatenate da Diocleziano e Galerio. La certezza del martirio risulta dal vasetto di sangue trovato ai piedi del corpo quando fu aperto il loculo. Il suo nome è scolpito sulla tavola marmorea che chiudeva il sepolcro. La tavola col nome IRENE la si può vedere su una parete dell'attuale cappella della Santa. Dall'esame delle ossa risulta che subì il martirio in giovanissima età.
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