Il capofarchia coordina il lavoro di una decina di amici assieme ai quali inizia il lavoro di costruzione. Innanzi tutto sono raccolte nel capanno le canne "allisciate" (pulite dalla loro buccia) nei giorni precedenti. Esse erano state tagliate e riposte già dal gennaio dell'anno passato. Poi le canne vengono selezionate una ad una e s'inizia a tesserne un mantello con delle corde. Questa struttura è la scorza esterna del fusto. Le fasi successive sono molto semplici, si tratta di riempire l'interno del fusto ove si sono creati dei vuoti al fine di ottenere un cilindro perfetto. Attraverso una guida circolare in ferro si ottiene una geometria corretta e costante per tutta la lunghezza della farchia. Alla base della farchia s'inizia ad intrecciare la "torta", un legame fatto con fusti di salice rosso. Pian piano salendo verso l'alto si sostituiscono, alla guida circolare in ferro, i legami che sono annodati ogni ventisette centimetri. L'altezza totale della farchia è di otto-dodici metri, mentre il diametro va dagli ottanta ai cento centimetri. Per ristorarsi dalla fatica il capofarchia, al termine d'ogni "legatura", chiama il ragazzino più piccolo e lo incarica di riempire i bicchieri di un buon vino rosso fatto in casa, meglio se fermentato. Così tutti brindano alla salute del Santo, che ha dato loro la forza per riuscire nella difficile impresa della "legatura". Infine nel giorno della festa le farchie vengono portate vicino al cimitero, e dopo averle innalzate a mano con il solo aiuto di funi e scale, vengono accese per la gioia dei presenti.
Amministrazione Comunale
Dove si Trova