Lavoro e festa in un luogo ricco di bellezze naturali, paesaggistiche, ambientali e tradizioni, queste le peculiarità che, quasi sicuramente, hanno portato questa zona ad essere luogo della Sagra della Pecora. Siamo nel 1956 quando Domenico Grande decide di organizzare una gita ad inizio giugno a Capo d’Angro. I partecipanti portano il cibo direttamente in loco, e solo più tardi nasce l’intuizione di trasformare questa scampagnata in un evento che possa essere gratificante per l’economia del paese. Secondo alcune testimonianze le gite domenicali di diverse comitive “straniere” presso questi luoghi si sono protratte per alcuni anni con il vincolo di acquistare la carne di pecora locale. La data della Sagra, in origine stabilita nelle prime settimane di giugno, fu spostata, dopo qualche edizione, nella seconda domenica di agosto con lo scopo di riuscire a coinvolgere un maggior numero di partecipanti. La Sagra giunge fino ai giorni nostri mutata per molti aspetti rispetto al passato. Anche se a noi paesani sembra normale, è sicuramente singolare il fatto che ciascun gruppo prepara il proprio pranzo, a differenza di quasi tutte le sagre in cui il comitato organizzatore ha il preciso compito di allestire i tavoli e di preparare i pasti per i partecipanti. Negli ultimi anni si sta affermando una forte tradizione di bivacco tra i giovani, nella maggioranza del posto, la sera antecedente la festa. Infatti decine e decine di tende in compagnia di fuochi ardenti e musica occupano i Prati d’Angro per quasi tutta la notte. La Sagra della Pecora ha raggiunto un notevole livello di popolarità ed è diventata un’occasione di aggregazione e di coesione per gli abitanti del paese e le persone che pur vivendo fuori affondano le proprie radici qui.
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