Il primo giovedì di maggio, in onore di San Domenico Abate, si svolge la festa dei serpenti. Racconta la leggenda che, transitando per il paese nel corso del suo pellegrinare, il Santo volle ricompensare gli abitanti che devotamente lo avevano accolto, donando loro un suo dente molare ed il ferro della mula da lui cavalcata allo scopo di guarirli e renderli immuni dal dolor di denti e dalle morsicature dei serpenti velenosi, lupi e cani idrofobi. Il giorno della festa, le serpi sono ritenute innoque e quindi vengono fatte sfilare assieme al Santo tra la folla. Inoltre, i pellegrini tirano con la bocca la corda di una campanella posta dentro la chiesa per preservarsi dal dolor di denti e raccolgono calcinacci e terriccio dietro l'altare, sia per ottenere dei preparati terapeutici che per spargerli nei campi in funzione antitempestaria e protettiva dei raccolti. All'uscita dalla chiesa, la statua viene addobbata con serpenti di varia grandezza, procurati nei giorni precedenti dai cosiddetti serpari. Il Santo così agghindato sfila in processione per le vie del piccolo ed antico paese, sostando sul ciglio del belvedere per assistere ai fuochi pirotecnici e benedire con lo sguardo il territorio circostante, dopodiché rientra in chiesa; allora i serpari liberano nella campagna i rettili divenuti "amici", affinché il raccolto risulti sano ed abbondante.
A. Gandolfi
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