Risale probabilmente intorno all’anno Mille ma la prima documentazione certa è del 1274. Lasciata progressivamente in abbandono, divorata dalla vegetazione circostante e gravemente danneggiata per la conseguente incuria, venne chiusa al culto nel 1963 in quanto non più agibile. E’ stata riaperta l’11 novembre 2003 dopo un lungo ed attento restauro reso possibile dall’impegno di un apposito comitato di devoti. La copertura della chiesetta è a capanna ed un piccolo campanile a vela in facciata sostiene una campana. Il portale è costituito da quattro grandi formelle scolpite in legno, opera dell’artista teramano Gianni Tarli, che rievocano il gesto di San Martino di dividere il proprio mantello con un viandante infreddolito. Ai suoi lati due basse finestrelle consentono di guardare all’interno e di recitare una preghiera. Al di sopra dell’architrave piana trova posto una formella in ceramica, anch’essa con la raffigurazione della generosità di San Martino.
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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