Festa Sant'Antonio del Giglio
Quando l'attività armentizia era la risorsa principale del paese la ricorrenza di Sant'Antonio del giglio era, se non la principale, almeno la più festosa dell'anno. Oggi la festa ha perduto la primitiva funzione, ma mantiene intatta la struttura scenografica, peraltro di grande effetto anche se alcuni aspetti presentano un inevitabile adattamento ai tempi. Un tempo il trasporto della legna era caratterizzato dalla presenza dei muli e dei buoi da traino. Oggi le bestie sono sostituite, sempre più spesso, dai trattori. La mattina del 13 giugno comincia ad attraversare il paese una lunga teoria di muli con i basti carichi della potatura dei boschi circostanti. Ogni tanto la fila è interrotta da una coppia di buoi bianchi aggiogati, che trascina lunghi tronchi sfondati e semilavorati. Al corteo partecipano anche le donne che recano in testa ceste ricolme di pagnottelle. La sfilata ovviamente avviene tra due ali di folla che applaude ed esprime la propria ammirazione per i carichi più voluminosi e ben composti, per le travi più lunghe e imponenti, per le ceste meglio addobbate. Giunti davanti alla sontuosa chiesa barocca di Sant'Antonio, i trasportatori vengono accolti dai frati che, dopo aver benedetto la legna, ricevono il dono, ammucchiandolo nelle rimesse del convento, mentre i pani, dopo la benedizione, sono distribuiti ai fedeli che li conservano per devozione. Seguono poi le funzioni liturgiche con la messa solenne e la processione della statua del Santo, seguita da tutto il clero e dal popolo.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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