A Scanno, la notte di San Martino acquista una suggestione diversa. Il paese, già dalle prime ore del pomeriggio, si anima di un andirivieni festoso, di mamme che raccomandano, inutilmente, la prudenza, mentre c'è un correre di ragazzi ad ammassare legna, frasche, ogni materiale che prometta di ardere e di far fumo a sufficienza, sulle alture di Cardella, della Plaia e soprattutto dinnanzi alla grotta di San Martino in contrada Decontra. Originariamente la festa si svolgeva solo in questa località in cui la leggenda narra presenze miracolose del Santo, ma da qualche anno i gruppi si dividono per rioni e improvvisano una competizione che raggiunge toni accesi di sfida. Intorno ai falò si vive un'atmosfera di grande allegria che accomuna tutto il gruppo dei partecipanti. Si improvvisano canti, balli, abbondanti libagioni in un clima di collettiva spensieratezza, sempre tenendo presente l'impegno di raggiungere effetti più spettacolari o, per lo meno, di far ardere la propria Gloria, meglio e più a lungo di quelle degli altri. Un'espressione rituale di grande spessore resta l'abitudine dei ragazzi di tingersi il viso con il nero della fuliggine prima di iniziare a ballare e cantare intorno al fuoco agitando grossi campanacci e oggetti atti a produrre frastuono. Le Glorie di San Martino sono semplicemente una festa d'autunno in cui i ragazzi imparano a diventare grandi e i grandi si ricordano di quando erano bambini e il paese riannoda la trama delle tradizioni in cui riemerge il carattere della stirpe.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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