Rimasta Cappella degli Acquaviva fino al 1760, anno che segnò la fine del Ducato, seguì varie vicissitudini anche di degrado, fino al 1917, quando il Comune la acquistò insieme all’intero Palazzo e la restaurò. Essendo giunta intanto la fine della Prima Guerra Mondiale, venne adibita a Sacrario dei Caduti di Atri e riaperta al culto nel 1922. La chiesa si presenta con facciata in laterizio con terminazione a timpano. Su di essa si apre un portale ad architrave piano con arco a tutto sesto che ne delimita la lunetta e, più sopra una finestra rotonda incorniciata in laterizio. Tra il portale ed il rosone campeggia la scritta “In Deo vivunt pro Patria mortui” (I morti per la Patria vivranno in Dio). Sul lato posteriore destro è un piccolo campanile a vela per due campane innalzato nel restauro settecentesco. L’interno è ad aula unica con soffitto di capriate a vista. Sulle pareti alcune lapidi ricordano i nomi dei soldati atriani caduti in guerra, mentre dietro l’altare è una grande vetrata policroma raffigurante la Crocefissione, opera realizzata nel 1933 dal maestro vetraio atriano Alfredo Ferzetti (1895-1980).
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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