La chiesina e la grotta dedicate a S. Giovanni si trovano pochi chilometri oltre Bisegna, circondate dalle montagne del Parco Nazionale. La grotta si trova a pochi metri dalla chiesa, nascosta in mezzo a delle grosse rocce. Si tratta in verità di uno stretto cunicolo che scende per circa tre metri in una minuscola stanza ove a malapena si può restare in piedi. Poco distante dalla grotticella, nel folto del bosco, scorre un ruscello che va ad alimentare il fiume Giovenco. Il suo corso è interrotto da una fonte che ne raccoglie le acque e le restituisce immediatamente attraverso una vasca. Sopra di essa una edicola racchiude l'immagine di S. Giovanni realizzata, in tempi recenti, con 6 formelle in ceramica. Un tempo le compagnie di pellegrini giungevano la sera precedente la festa e, accampate alla meglio in chiesa e nel bosco, attendevano le prime luci dell'alba per bagnarsi alla fontana. Già verso le cinque arrivano i primi pellegrini, ma la maggior parte giunge più tardi, da Bisegna e S. Sebastiano, con il parroco. Dopo una breve cerimonia in chiesa i fedeli si recano alla fontana. Intorno alla fontana si svolge la parte più importante della cerimonia: nella penombra del bosco il piccolo gruppo di pellegrini, stretto intorno al parroco, recita le preghiere di rito. Al termine il parroco stacca un rametto dall'albero più vicino e, dopo averlo bagnato nell'acqua della vasca, asperge più volte i fedeli. A questo punto inizia la ressa intorno alla fonte per bagnarsi e per raccogliere l'acqua da riportare a casa. E' ancora possibile assistere al rito del comparatico, in particolare fra le ragazze che si bagnano a vicenda stringendosi le mani. L'acqua di S. Giovanni, come quella di S. Franco di Assergi, è ritenuta salutare per la scabbia e le malattie della pelle in genere.
E. Micati "Carsa Edizioni"
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