Ricostruita, per l'impegno di Alberto Iacovoni nel 1938, nel suo stile definito “falso romanico”, ha copertura a capanna e la semplice facciata presenta un portale incorniciato in pietra ad architrave piano e, in alto, un finestrone rotondo abbellito da un mosaico in vetro. Il portale è protetto da un piccolo portico sorretto da due colonne a base quadrata ed è sormontato da una lunetta dov’è posizionata un’immagine di Santa Giusta realizzata in mosaico. Al fianco sinistro della chiesa è poggiato un tozzo campanile a base quadrata che ospita due campane. L’interno è a navata unica con transetto, e sull’altare è un ciborio settecentesco, unico punto di contatto con la chiesa preesistente.
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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