A San Valentino, nei giorni 10 e 11 Novembre, si svolge una tradizionale fiera, detta appunto di San Martino, dalle caratteristiche prettamente agrarie. Anche se oggi, infatti, è quasi del tutto scomparsa, fino a qualche anno fa, c'era l'usanza di vendere e comprare in questi due giorni dell'anno, ogni sorta di animale domestico e svariati attrezzi ed arnesi per l'agricoltura e la coltivazione dei campi. Questa rievocazione pagana simboleggia in forma ironica il tradimento delle mogli che, approfittando delle abbondanti libagioni del marito, dovute alla soddisfazione per un buon raccolto, se la intende col "Padrone". La cerimonia prevede che l'ultimo sposato riceva del detentore dell'anno precedente la reliquia falliforme che porterà in giro per il paese, accompagnato da una gran folla di gente proveniente anche dai paesi vicini e non. La scampanacciata di uso quasi generale nella festa di San Martino, sarebbe infine, secondo alcuni, la personificazione anticipata dell'odierno carnevale, la cui morte si ricollega al sacrificio del "capro espiatorio" che altro non era se non un essere, animale o inanimato, che nelle religioni antiche veniva simbolicamente caricato delle colpe degli uomini perché la comunità ne fosse liberata.
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