La chiesa-eremo, situata all'inizio del Primo Campo ai margini dello splendido bosco di S. Antonio, dovrebbe risalire al '300 a giudicare da alcuni elementi architettonici. Alla cura del luogo di culto provvedeva, in genere, un eremita laico che annualmente si recava in Puglia per la questua degli agnelli, dato lo stretto rapporto che aveva con la pastorizia transumante: infatti per i pastori l'eremo costituiva un importante punto di sosta e di riposo sulla lunga via per le Puglie. Chiunque si occupasse dell'eremo aveva l'obbligo, per contratto, di dare ricovero ai viandanti bisognosi di soccorso. La società dei contadini di Pescocostanzo restaurò, come avrebbe fatto in seguito per San Michele, il portale della chiesa facendo incidere sull'architrave: Hoc opus fieri fecit Societas Bubulcorum P.C. pro sua devotione A.D. 1577. Si trattava solamente di una data di restauro e non di fondazione, come risulta, d'altra parte, da una Bolla del 1536 che attesta l'esistenza della chiesa, e dalle piccole finestre del lato sud che sono tipiche del '300-'400.
E. Micati "Carsa Edizioni"
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