La chiesa, realizzata in pietra, si presenta con un fronte quadrato, ha il tetto a capanna ed un’unica navata. All’interno si possono vedere le tracce di alcuni affreschi ormai quasi completamente deteriorati; la luce viene assicurata da sette finestre perimetrali. Sull’altare ci sono 24 formelle in ceramica di Castelli apposte lì nel 1988, che complessivamente raffigurano un dipinto attribuito al ceramista Nicola Cappelletti (1691-1767) celebrante due miracoli di San Nicola, conservato nella chiesetta che sovrasta il centro abitato. L’Eremo dipendeva dal monastero camaldolese di S. Croce di Fonte Avellana e quando questa Badia nel 1393 passò in commenda, S. Niccolò cominciò una lenta decadenza, tanto che i suoi monaci furono costretti a trasferirsi nel vicino monastero di S. Salvatore di Fano a Corno.” Il convento era tenuto dai monaci camaldolesi e si fa risalire la sua costruzione a poco dopo l’anno 1000, mentre la chiesa era addirittura preesistente.
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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