Un documento storico del 1700 attesta che un'antica reliquia consistente in un frammento delle ossa di Lucia è conservata sotto l'altare principale del Santuario. Per alcuni storici, l'attuale statua raffigurante la Santa posta in un trittico sopra l'altare è cinquecentesca, come le due statue minori, poste ai lati, raffiguranti i monaci orientali Barnam e Josophat, rifugiatosi su questi monti per sfuggire alle persecuzioni religiose in oriente durante il secolo VIII. La tradizione vuole che siano stati proprio i due monaci fuggiaschi, d'origine maronita, ad introdurre il culto della Santa Lucia a Civitella Alfedena. Un culto quindi con un'influenza orientale e bizantina, che sembra essere confermato dalla struttura della chiesetta, che posta sul colle che domina la valle è a forma di croce greca. D'altronde gli influssi bizantini sono largamente presenti e facilmente individuabili nello stesso cerimoniale e rituale della Chiesa dei secoli dell'Alto Medioevo e il distacco definitivo della Chiesa romana da quella orientale avviene con il movimento della riforma solo nel 1054. Per quanto concerne le spoglie, una delle tradizioni vuole che il corpo di Santa Lucia sia rimasto a Siracusa fino alla fine del secolo VIII e che il duca Farealdo di Spoleto, dopo la conquista della città, lo abbia trasportato in Abruzzo nell'antica città di "Corfintum" (l'attuale Corfinio), transitando per Civitella Alfedena dove aveva già la massima venerazione.
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