Sulla facciata est dell'edificio, caratterizzata da un forte dislivello fra la sua parte nord e quella sud, si trova l'unico ingresso al Castello a cui si giunge salendo l'ampia gradinata ciottolata che immette su un pianerottolo con sedute panoramiche, una volta ponte levatoio. Attraverso un portale in pietra arenaria e calcarea con arco a sesto acuto si entra nel cortile interno, parzialmente coperto con una volta a botte lunettata ed in cui è ancora custodita la trave su cui giravano gli argani di servizio al ponte levatoio; qui trova posto anche la vera della cisterna (chiamata così erroneamente perché rifornita da acqua sorgiva) nel cui corpo è incluso un fregio floreale di spoglio databile al XIII secolo; il portone in legno chiodato porta nell'ogiva il monogramma degli ultimi feudatari: B.F.(Baroni Franceschelli). Dal cortile si accede oltre che ad alcuni appartamenti, una volta adibiti a stalle e alloggi per la servitù, e resi abitabili da uno degli ultimi eredi dei feudatari locali nel 1920, alle cantine e a quelle che erano le carceri, riconoscibili dall'esterno per una finestra il cui davanzale, costituito da un blocco di arenaria, riporta scolpito il motto “Nolite Nocere” (non fate del male). Sempre dal cortile una rampa in pietra, con copertura voltata, conduce agli appartamenti del cosiddetto quarto nobile, ora divisi in più proprietà e solo in uno di essi, ancora appartenente ai discendenti degli antichi feudatari, è possibile ravvisare quella che, fino alla fine dell'800, doveva essere la ripartizione interna del Castello, oltre ad essere l'unica proprietà che custodisce nella “stanza del belvedere” le pareti, seppur rovinate dal tempo e da numerosi fulmini, completamente affrescate a grotteschi.
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