Chiesa Santa Maria in Piano
Le prime notizie certe, riguardanti la chiesa sono presenti su un documento dell'VIII secolo che la attribuisce, con tutte le sue pertinenze, alla famiglia monastica benedettina. Nei secoli vi è stato costantemente praticato un sentito culto mariano. Come ancora ricorda un graffito sulla parete destra della cappella di San Tommaso "a li dì de iunio 1533 fece li miracoli Sancta Maria et gettò lacrime co sangue a l'occhi et a dì 17 alluminò uno ceco". Il prodigio è attribuito ad una Pietà policroma, di ingenua fattura popolare, collocata nella nicchia centrale dell'altare maggiore. L'assetto architettonico attuale risale al 1280, quando la chiesa fu ricostruita in stile borgognone. Un nuovo mutamento si ebbe nel 1559, con l'aggiunta del portico, dell'ingresso principale, dell'abside poligonale, delle aperture dei finestroni. Infine nel 1560 fu aperto un ingresso laterale. Il campanile è medioevale nella parte inferiore, rinascimentale nella superiore, dove la presenza di bacinelle policrome maiolicate lo riallacciano a quelli atriani. Il portale (1559), ornato da una iscrizione in lode della Madonna, immette nell'aula gotica, caratterizzata da una bella fuga di arconi a sesto acuto. La copertura è a capriate a vista, con mattonazione in ceramica. L'interno è splendidamente ornato di pitture, di cui meritano una attenzione particolare quelle poste sulle campate di destra e sulla controfacciata. Gli affreschi quattrocenteschi di destra propongono, per ogni campata, un tema di cui si ricordano quello della devozione femminile nella prima campata, il racconto di San Giacomo di Compostella che soccorre i pellegrini nella terza, gli ex-voto della quarta e le storie di San Tommaso d'Aquino nella quinta. Anche sul lato sinistro restano tracce di affreschi risparmiati dalle infiltrazioni d'acqua e dai restauri eseguiti nel corso dei secoli. Osservabili sono una Crocifissione (sec. XV) nella seconda campata, uno sfondo d'altare raffigurante la Vergine e San Giovanni ai piedi della Croce (sec. XVI), una Santa Lucia eseguita a tempera (sec. XVI) nella terza. La contraffacciata è illustrata con il dipinto di maggiori dimensioni esistente in Abruzzo. Eseguito almeno in parte con la tecnica dell'encausto, tratta il tema del Giudizio particolare, derivandolo dalla Visione dell'oltretomba che Alberico da Settefrati ebbe all'età di sette anni. Completano questa chiesa monumento alcuni arredi come l'altar maggiore in legno dorato e arricchito di statue policrome, l'organo, il pulpito e un Crocifisso cinquecentesco che pur appartenendo ad un'arte minore, tuttavia documentano la devozione di cui l'edificio fu oggetto nei secoli.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
Dove si Trova