E’ posto su uno sperone di roccia che sovrasta l’alta valle del Tordino, nelle vicinanze di un altro borgo disabitato, Tavolero, ed oggi è un vero e proprio cantiere aperto. Il nucleo di case, disabitato ormai da anni, è costituito da una quindicina di abitazioni che risalgono quasi tutte alla metà del 1800. Nel 1668 l’intero paese fu distrutto e messo a fuoco dalle truppe spagnole durante il tentativo di reprimere il fenomeno del banditismo dilagante in quella zona montuosa. Un caratteristico arco dà l’accesso alla via principale. Sull’architrave di una finestra che guarda la valle è incisa la data del 1772; su un’altro architrave, sotto l’arco di ingresso, c’è la data del 1856. Le abitazioni sono arroccate, una vicina all'altra, mentre la chiesa, consacrata a Santa Lucia, si trova più in alto, leggermente discosta dal borgo, ed è ormai quasi completamente crollata. Attualmente una enorme gru giganteggia sul piccolo borgo e dappertutto ci sono impalcature e betoniere: l’intento è quello di un restauro conservativo degli edifici ancora in piedi. Un pò più in alto della chiesa un’abitazione risulta già restaurata con risultati apprezzabili e soprattutto con interventi non invasivi.
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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