La struttura risale al XII – XIII secolo ed ha subìto certamente interventi di ristrutturazione, anche a seguito di danni conseguenti ad un terremoto. Ha linee architettoniche semplici ed è costituita da un’unica aula rettangolare con abside finale. In due nicchie sulle pareti sono poste le statue di S. Gabriele dell'Addolorata e di S. Antonio Abate. Nella zona presbiteriale, costituita dalla costruzione originaria e separata dal resto da un grande arco a sesto acuto, quella di Santa Rufina e quella della Madonna. Si ipotizza che il campanile fosse preesistente e che sia stato realizzato utilizzando un’antica torre di avvistamento posta a difesa. Sull’architrave di una finestra compare la data del 1743 unitamente al monogramma dell’Ordine dei Gesuiti, le lettere IHS sulla cui H si innesta la croce, e questa è molto probabilmente la data in cui fu effettuata una importante ristrutturazione, con l'aggiunta del corpo di fabbrica posteriore che oggi costituisce la navata. Dal 1958 una targa apposta sul muro di uno degli edifici ricorda quando, il 3 ottobre del 1943, otto giovani partigiani evitarono la morte in questo luogo per mano dei tedeschi grazie al fortunoso verificarsi di un forte terremoto. A causa dei conseguenti danni la chiesa è stata inutilizzata per lungo tempo e, ristrutturata, è stata di nuovo aperta al culto dal Vescovo della Diocesi di Ascoli Piceno Marcello Morgante il 19 novembre 1967.
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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