L'11 maggio, sul fare del mezzogiorno, sull'erba verde del tratturo Celano Foggia, nel punto in cui esso costeggia il paese di Goriano Sicoli, viene avanti una numerosa compagnia di devoti. Innanzi a tutti cammina una fanciulla a piedi scalzi che regge tra le mani un grosso cero votivo da cui pendono alcuni nastri su cui sono appuntate le offerte in denaro e in oggetti preziosi, destinati alla Santa, verso la cappella nella quale procedono. A suon di musica il gruppo, in cui la fanciulla ha sempre il primo posto, sale verso la parte alta del paese, dove, in una antica casa, li attende la Comare, circondata da un gruppo di donne. La Comare è la moglie del procuratore della festa e ad essa è riservato il compito di accogliere entro le modeste mura la fanciulla che, salita la breve scala che porta alle stanze, si inginocchia sull'ultimo gradino e chiede il permesso di entrare. Dopo i dovuti convenevoli e dopo che il parroco ha provveduto a benedire il pane, la ragazza, accompagnata da una gioiosa comitiva di coetanee, esce di casa recando, come le altre, un canestro ornato di fiori e di nastri ricolmo di pane. Precedute dalla banda attraversano tutto il paese e le frazioni, e in ogni casa distribuiscono il pane benedetto. Al tramonto le ragazze ritornano con le canestre vuote, giusto in tempo per assistere con la Comare ai Vespri cantati nella chiesa del paese.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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