Atessa

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Le 'Ndorce

Per tre volte, nel mese più scarso di precipitazioni, i contadini di Atessa organizzano una processione propiziatoria per invocare da San Martino eremita la caduta della pioggia. Il pellegrinaggio nasce da una antica leggenda secondo cui una statua del santo situata a San Salvatore a Maiella rotolò fino al fiume in seguito ad una tempesta di vento. Da qui, galleggiando sull'acqua, arrivò intatta, vicino ad Atessa, dove gli abitanti del paese la collocarono nella loro chiesa principale. Dopo solenni festeggiamenti, indetti in onore del Santo, la statua scomparve. Fu ritrovata di nuovo a Fara San Martino e dopo aver tentato per tre volte di riportarla ad Atessa, fu deciso di lasciare la statua sul posto e di andarvi ogni anno in pellegrinaggio, portando in dono le primizie dei campi e una grande torcia votiva, la'ndorcia per l'appunto, ottenuta legando intorno ad un grosso cero, quattro candele minori. Dopo aver assistito alla messa i pellegrini della 'Ndorcia escono devotamente dalla chiesa di San Leucio e si avviano verso la montagna. Dopo ore di marcia, risalendo le valli del Sangro, dell'Aventino e poi del Verde, i pellegrini della 'Ndorcia giungono a Fara San Martino dove visitano la chiesa di San Pietro e vi lasciano due fasci di spighe e due candele. Quindi risalgono verso lo stretto e una volta giunti tra i resti dell'antico monastero depongono le altre due 'ndorce nella grotta in cui visse in penitenza il Santo.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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